Parte prima

Montepiesi  anno 13  n.1,  gennaio 1982

Presentazione

Finalmente anche Chiusi Scalo ha una sua storia, infatti da questo numero Montepiesi inizia una serie di puntate dedicate alla nascita e sviluppo del centro urbano di Chiusi Scalo. L’idea nacque alcuni mesi fa e la redazione affidò il compito della ricerca ad un giovane che ha già curato per queste edizioni il volume “Chiusi rivivere il passato”. Forse potremmo essere indotti a credere che la storia di un paese giovane come il nostro sia priva di interesse ma, come invece avremo modo di constatare, la ricerca ha messo in luce avvenimenti degni di tutta la nostra attenzione.

La Redazione.

Storia di Chiusi scalo, Perché?

Quasi tutti gli studiosi che si sono occupati della nostra zona hanno orientato le loro ricerche verso l’antichità etrusca, romana e cristiana; poco sappiamo del periodo medievale e ancora meno dell’età moderna. Queste “puntate”, pur nei loro limiti potrebbero (me lo auguro vivamente) servire di impulso ad una più ampia ricerca svolta nell’ambito scolastico in una operazione culturalmente valida prescindendo dai risultati che potrebbero essere anche notevoli.

G.P.

LE CASE FRA LE TOMBE

Se chiedete a qualcuno che cosa ci fosse nell’antichità dove oggi sorge Chiusi Scalo vi sentirete rispondere che tutta la zona era ricoperta d’acqua. Questa affermazione è vera soltanto in parte, cioè per quelle zone pianeggianti, mentre per le collinette che circondano l’abitato ed ora sono parte integrante del tessuto urbano la storia è un po’ diversa. In quest’ultime località infatti, nei secoli passati, soprattutto nell’800, furono aperti diversi sepolcri etruschi e romani di cui oggi non rimangono tracce. Diversi ritrovamenti difficilmente controllabili sono stati fatti nella zona di Montorio, del Porto, del Pod. I Gonzarelli e lungo il torrente Montelungo. Dalle Biffe proviene un’olla cineraria con iscrizione etrusca. Numerose altre scoperte furono fatte in Loc. Bagnolo (ove oggi sono i campi da tennis ed è in via di ultimazione il palazzetto dello sport), si tratta di una trentina di tombe etrusche con reperti di età arcaica ed ellenistica. Di alcune ancor oggi è visibile lo scavo. Sempre in questa località fu aperta anche una tomba dipinta[1]. In Loc. Poggio Gallina erano diversi altri sepolcri. R. Bianchi Bandinelli[2] nel 1925 per questa località ricorda: “Vi sono tracce di una chiavica costruita con lastre di travertino, forse alimentatrice di bagni romani; chè tali sembra potessero essere, a stare alle notizie raccolte, certe tracce di costruzioni trovate più in basso, nel piano, ove è anche una cisterna di cui resta qualche traccia…”. Nella zona di S. Caterina furono ritrovate diverse sepolture e nel maggio del 1875 venne scavato “…un sepolcro formato di pietre di travertino, quadrangolari, d’epoca imperiale romana molto avanzata, con tracce di devastazione precedente…”[3]. Sempre nello stesso mese fu aperta la tomba della famiglia Hele (ecco spiegato il nome di via Hele) contenente undici urne cinerarie per lo più iscritte. Il sepolcro era in prossimità della Catacomba di cui parleremo in seguito.


[1]  Fabrizi, Paolucci, Chiusi: rivivere il passato, p. 19, 1981.

[2] Bianchi Bandinelli, Clusium, col. 257.

[3] Notizie degli scavi 1876, p. 119.