Parte terza
Montepiesi anno 13 n.3, marzo 1982
DANTE E FOSSOMBRONI
UNA STORIA PARALLELA
Per capire la storia recente della nostra zona bisogna risalire alcuni secoli indietro, ai tempi di Dante che, nella Divina Commedia, suggella la fine dell’antico splendore:
“Se tu riguardi Luni e Urbisaglia
Come son ite, e come se ne vanno
Di retro ad esse Chiusi e Sinigallia,
udir come le schiatte si disfanno
non ti parrà nove né forte,
poscia che le cittadi termine hanno”.
(Par. XVI 73-8)
I versi di Dante sono di una realtà storica stupefacente infatti in quel periodo Chiusi aveva perso ogni indipendenza politica e le diverse battaglie fra senesi, perugini e orvietani, che si svolsero nel suo territorio contribuirono in modo determinante all’abbandono delle campagne, dovuto all’insicurezza. Di conseguenza le opere idrauliche furono trascurate e ben presto la città venne accerchiata dalla palude che emanava la mortale malaria.
Sorvoliamo tutti gli eventi storici dei secc. XIV XV e XVI per arrivare al 1640 quando Chiusi aveva soltanto 2086 abitanti con una forte variazione in negativo rispetto a 45 anni prima[1].
Da questa lenta degradazione Chiusi sembrava che non si riprendesse ma, un fatto nuovo doveva riabilitare completamente alla vita, questi luoghi divenuti malsani.
La bonifica della Chiana, iniziata fin dalla seconda metà del sec. XVI, cominciava a dare i primi risultati solo due secoli più tardi, quando venne stipulato un trattato fra lo Stato della Chiesa e la Toscana per la regolamentazione delle acque. A questo proposito vogliamo presentare una iscrizione (inserita su una costruzione di confine posta sulla chiana)che ricorda lo storico evento. La lapide, in latino, può essere così tradotta:
NEL PONTIFICATO DI PIO VI PONTEFICE MASSIMO / POICHE’ / CON LA DEFINIZIONE DEI CONFINI TRA / QUANTO ERA SOTTO L’AUTORITA’ E / LA DISPONIBILTA’ SUA E DEL / GRANDUCA DI TOSCANASI ERA PROVVEDUTO / AL PROSCIUGAMENTO / DELLE VALLI DELLA CHIANA E DELLA TRESA / DA LUI VOLUTA E PAGATA / I PROPRIETARI DEI CAMPI / OSSEQUIANTI ALLA MAESTA’ E ALL’INGENGNO DI UN COSI’ MAGNANIMO PRINCIPE / PER MEMORIA SEMPITERNA DEGLI UOMINI / NELL’ANNO DEL SIGNORE 1795 (posero)
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ERA PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DELLE ACQUE / CARD. S. R. E. CARLO LIVIZIANI / SEGRETARIO FABRIZIO LOCATELLIO / ANDREA VICI ARCHITETTO
Nello stato pontificio venne usato il sistema di essiccazione che, aumentando la pendenza dei terreni, faceva scorrere via le acque. Il Fossombroni, invece, adottò per la Toscana un sistema più complesso con canali di colmatura e chiuse.
Con questo avvenimento si può far iniziare la storia di Chiusi Scalo.
Il Callone Pontificio del Campo alla Volta che, oltre a regolamentare le acque, fungeva anche da posto di confine fra Stato della Chiesa e Granducato di Toscana.
[1] Fabrizi, Paolucci, Chiusi, p.11, 1981.